I cosiddetti test sulle intolleranze alimentari sono esami effettuati per risalire ad alimenti o sostanze in essi contenute che l’organismo fatica a metabolizzare. Tuttavia, nonostante i test per le intolleranze alimentari siano molto diffusi, essi non sono mai stati approvati dalla comunità scientifica. Ciò significa che la loro attendibilità non è provata, anzi.
Per questa ragione, l’Ordine dei Biologi Nutrizionisti ha vietato di effettuare questo tipo di test a chi esercita la professione di nutrizionista, fatta eccezione per i test per l’intolleranza al glutine e al lattosio.
I test per le intolleranze alimentari sono inattendibili, secondo la SIAAC
Inoltre, la SIAAC, ovvero la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica, ha inserito questi test ne “Le cinque pratiche a rischio d’inappropriatezza di cui medici e pazienti dovrebbero parlare“.
Secondo la SIAAC, infatti, i test genetici effettuati per evidenziare eventuali intolleranze alimentari sono scientificamente inattendibili. In particolare per quanto riguarda alcune presunte intolleranze che non siano quelle al lattosio o al glutine, è necessario stare attenti ai cosiddetti test per le intolleranze alimentari proposti da numerosi medici, farmacisti e anche da colleghi biologi.
Al punto del documento “Le cinque pratiche a rischio d’inappropriatezza di cui medici e pazienti dovrebbero parlare”, la SIAAC chiede esplicitamente ai professionisti della nutrizione di non eseguire i cosiddetti “test per le intolleranze alimentari” fatta eccezione per i test validati per indagare sospetta celiachia o intolleranza al lattosio
L’utilizzo di tali metodiche, infatti, fornisce risultati inattendibili e non clinicamente correlabili alle problematiche riportate dai pazienti, ed espone inoltre i pazienti a rischio di diete potenzialmente dannose per la loro salute. Ne consegue che sintomi e disagi per i quali i test erano stati eseguiti continueranno a sussistere senza alcun vantaggio per lo stato di salute generale del paziente.
I cosiddetti test per le intolleranze alimentari, infatti, 9 volte su 10 risultano positivi per una serie di alimenti che prontamente vengono eliminati dall’alimentazione del paziente. Ma se questi alimenti sono eliminati dalla dieta in maniera indiscriminata i danni per la salute potrebbero essere notevoli.
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